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Spiritualità

Giainismo: la più antica religione della nonviolenza

Di Valeria Bonora - 7 Agosto 2014

Il giainismo è un’antica religione indiana basata sugli insegnamenti di Mahāvīra, detto Jina ovvero «vincitore», grande maestro spirituale indiano contemporaneo del Buddha (559-527 a.C.), il quale ha indicato la via alla perfezione umana attraverso l’assoluta nonviolenza.

Questa religione influenzò profondamente il Mahatma Gandhi e condizionò il suo stile di vita pacifico e che non danneggia nessuno.

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Il giainismo mantiene le correnti della filosofia indiana tra cui l’atomismo, l’assenza di un Dio come causa dei fenomeni naturali, la materialità del karma. Il mondo reale è visto come qualcosa che non è stato creato e che non si può distruggere. Le anime sono separate dal corpo e si modificano in base a questo.

La materia ha un ruolo fondamentale in questa religione, perché si lega all’anima e la carica di karma, il quale è considerato la parte non-materiale delle azioni, ed è la causa del destino degli esseri viventi.

I fedeli credono in principi quali l’ahimsa, l’ascetismo, il karma, il Samsāra e il jīva. Il mondo intero è fatto da jīva (lo spirito) intrappolati nell’ajiva (la materia); ci sono jīva nelle rocce, nelle piante, negli insetti, negli animali, negli esseri umani, negli spiriti, eccetera. Qualsiasi contatto tra jīva e ajiva causa la sofferenza del primo.

Visto che questa religione crede nella reincarnazione e nella rinascita del jīva, questo deve essere il più puro possibile, il karma schiaccia il jīva, costringendolo a entrare nella sua nuova vita ad un livello più basso nella scala dell’esistenza.

Secondo questa filosofia giainista, tutte le anime sono intrinsecamente pure, in possesso delle qualità di infinita conoscenza, percezione infinita, beatitudine infinita e infinita energia. Questo stato idealmente puro dell’anima è sempre intrinsecamente permeato dalle impurità del karma. La liberazione dell’anima dalle impurità del karma e quindi la rinascita o reincarnazione, può essere raggiunta solamente applicando i giusti metodi di purificazione per raggiungere il nirvana, lo stato di eterna quiete.

Ma il fondamento principale di questa religione è la non violenza o ahiṃsā, perché è proprio attraverso la violenza che viene prodotta la maggior quantità di karma. Per violenza si intende sia violenza fisica, che di pensiero o di parole e anche la possibilità di non far commettere atti violenti ad altre persone. La non violenza viene applicata non solo alle persone ma anche a animali, piante, fino alle forme di vita più sottili e invisibili presenti nell’acqua o nel fuoco.

I giainisti sono monaci o monache, camminano a piedi nudi e talvolta spazzano con una piccola scopa di fronte a loro per non calpestare inavvertitamente un insetto, vestono di bianco e portano con loro un bastone. Hanno una sciarpa e qualcuno porta una mascherina sulla bocca e sul naso per non respirare o ingoiare inavvertitamente qualche insetto.

Il più bello dei templi giainisti è quello di Kumbhariya Jain Temple, un complesso di 5 templi costruiti da Vimal Shah nel corso del 12° secolo e dedicati alle Tirthankars Jain: Mahavira, Neminath, Sambhavnath, Shantinath e Parshwanath.

Protetti da una valle boscosa e costruiti con marmi bianchi, questi cinque templi sono gli unici rimasti dei 360 che furono costruiti da Vimal Shah, al loro interno è possibile ammirare statue e intagli scolpiti magistralmente nel marmo bianco e che ritraggono dei, dee, cavalieri e musicisti.

In questi templi i monaci sono rigorosamente vegetariani, al punto che filtrano anche l’acqua per paura di ingoiare qualche microorganismo presente.

Giainismo: i Cinque Giuramenti

1. Non-violenza (ahinsa, o ahimsa) – rispettare ogni forma di vita
2. Verità (satya) – dire la verità
3. Non rubare (asteya)
4. Castità (brahmacharya) – per i monaci, questo è il voto di castità; per i laici, si tratta di un voto di monogamia
5. Non-possedere o Non-possessività (aparigrah) – non acquisire più di ciò che è necessario per sopravvivere giorno per giorno (questo voto vale solo per i monaci)

I jainisti, attualmente in numero di circa un milione e mezzo, sono sparsi particolarmente nel Panjab, nel Gujarat, nel Bengala e in generale in tutte le grandi città dell’India, e si occupano prevalentemente di banche e di ogni sorta di commercio, che non richieda uccisione di animali o distruzione di vegetali, escludono dalle loro attività anche l’agricoltura, perché l’aratro semina morte.

Il principale Mantra jainista è il Namokar Mantra:

Mi inchino alle Onorevoli Anime – Arihantas
Mi inchino alle Anime Liberate – Siddhanam
Mi inchino alle Guide Spirituali – Ayariyanam
Mi inchino ai Maestri Spirituali – Uvajjhayanam
Mi inchino a tutti i Santi – Loe Savva Sahunam
Questo quintuplice omaggio distrugge tutti i peccati





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