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Anche i più grandi geni avevano abitudini folli, ecco quali

Di Luigia - 21 Maggio 2014


Oggi giorno ognuno di noi ha moltissime abitudini, sia buone che cattive. Ad esempio c’è chi non può fare a meno di fumarsi una sigaretta o un sigaro, c’è chi ha bisogno di prendere molte tazze di caffè durante l’arco della giornata e così via. Ma avete mai pensato se anche i più grandi geni, ad es. Albert Einstein, avessero anche loro delle abitudini folli?
Arthur Schopenhauer, uno dei maggiori filosofi e aforisti tedesco, sosteneva: “Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri”, mentre Ennio Flaiano, noto scrittore, giornalista, umorista e critico cinematografico italiano, diceva: “il peggio che può capitare a un genio è di essere compreso”. Questi famosi e storici aforismi ci conducono a curiosare tra le folli e geniali abitudini dei grandi personaggi geni “incompresi” di tutti i tempi. Scopriamoli insieme:
1. Albert Einstein
Pensate che anche Einstein, premio Nobel per la fisica, malgrado fosse un genio, possedeva anche lui delle “strane abitudini”: ad esempio suonava il violino durante le escursioni di ‘birdwatching’ (dove si osservano gli uccelli). Il genio tedesco, neutralizzato statunitense, si commuoveva tantissimo mentre ascoltava la musica. Inoltre Albert riscontrava difficoltà di linguaggio e questa situazione preoccupava molto i suoi genitori, ma il genio dedusse che il suo sviluppo più lento degli altri bambini gli diede la possibilità di approfondire e studiare i fondamentali dello spazio e del tempo;
2. Agatha Christie
Se pensate che per lavorare occorre per forza recarsi in ufficio, vi state sbagliando! Agatha Christie, infatti, la famosissima scrittrice inglese di gialli, ha scritto le sue maggiori opere in treni, su panchine, in stanze d’hotel, seduta al bar e così via, dunque non aveva un posto preciso o un “ufficio” dove recarsi per comporre i suoi scritti;
3. Nikola Tesla
Se vi dicono che “fa male se lavorate troppo” allora state ripercorrendo le stesse abitudini di Nikola Tesla, ingegnere elettrico, inventore e fisico serbo naturalizzato statunitense. Tesla ha rischiato seriamente di morire, in quanto lavorava 20 ore su 24 lasciandosi solo ben 4 ore per riposarsi. Poco prima che il famoso ingegnere scoprì l’elettromagnetismo, all’età di 25 anni subì un crollo mentale che lo costrinse a rinchiudersi in un manicomio. Altre abitudini o meglio passioni di Tesla, erano le perle e le donne grasse!
4. Thomas Edison

L’inventore statunitense e primo imprenditore che applicò i principi della produzione di massa al processo dell’invenzione aveva delle abitudini veramente “strane”; pensate che per scegliere i suoi ricercatori, li invitava a mangiare un piatto di zuppa. Coloro che per primi aggiungevano del sale prima di gustarla, venivano scartati. Dunque il particolare test eliminata tutti coloro che in un certo senso agivano in maniera preventiva. Un’altra particolarità di Edison è che, per essere molto produttivo, dormiva più volte e per poco tempo durante l’arco della giornata;
5. Honorè de Balzac
Se siete dei grandi bevitori di caffè e non ne potete fare a meno allora state seguendo il modello di Honorè de Balzac, grande scrittore, giornalista e saggista francese. Balzac era talmente ‘caffè dipendente’, che era capace di berne (in determinate occasioni) 50 tazzine al giorno. La domanda sorge spontanea: ma Balzac come ha fatto a sopravvivere così a lungo con tutto questo caffè in circolo?
6.Sigmund Freud
Il famosissimo neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi, aveva (purtroppo come tutti) il vizio di fumare, soprattutto i sigari. Ogni giorno non fumava un solo sigaro, ma tra le mani ne aveva più di uno. Questa era la sua particolarità. Così il medico decise di intervenire e di farlo smettere. Sigmund così fece, ma l’astinenza dal fumo fu così forte che cadde in depressione; una depressione che lo spinse anche ad assaggiare la ‘cocaina’ che adorava molto e che definiva “sostanza magica”, pensate!
7.Bobby Fischer
E’ stato un famoso scacchista statunitense naturalizzato islandese, unico nativo del suo Paese ad aver vinto il titolo di campione del mondo nel 1972 all’età di 30 anni, ma poco dopo si ritirò dai giochi per circa vent’anni. Nel 1992 poi tornò a giocare a scacchi nell’ex Jugoslavia allora in piena guerra, non rispettando l’embargo dell’ONU e creando una polemica con il governo americano. Questa situazione gli costò un mandato di arresto e non poté più tornare in patria.
Anche voi avete abitudini strane o folli?
[Fonte: Focus.it]
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