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Combattimenti clandestini tra cani: quando la violenza diventa business

Di Gaia Di Giovanni - 31 Ottobre 2014

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La violenza è orribile, non sembra possibile pensarla diversamente, ma la realtà ci dimostra troppo spesso il contrario.

C’è chi la ritiene, a volte, necessaria, per buone ragioni, o così almeno, si spera; qualcuno ne ha fatto uno sport, che ha di certo un suo perché, visto che, come ogni sport, se praticato con lealtà non diventa nocivo; poi c’è la violenza gratuita, quella che fa arrabbiare davvero perché mette in gioco innocenti, distrugge uomini, donne, bambini, ma è parte integrante di noi e con noi sopravvive; e infine la violenza diventa un business e, si sa, alla vista del vile denaro in pochi non perdono la ragione.

Questa gente la testa l’ha persa davvero; siamo in Argentina nell’anno 2011 quando ad un’associazione animalista è stato segnalato un rifugio dentro il quale vivevano dei cani utilizzati per combattimenti clandestini tra cani.

Un gruppo di attivisti è andato a controllare aprendo un’indagine che ha portato alla luce una realtà da brivido, solo al pensiero insopportabile perché disumana e totalmente folle.

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Dentro quel rifugio c’erano i cani incatenati, ed era impossibile a quel punto pure slegarli perché troppo aggressivi e indomabili.

Uno di loro era privo di vita, giaceva sul pavimento ricoperto dal suo stesso sangue proveniente dalle ferite che un altro cane, durante uno dei tanti combattimenti clandestini tra cani, gli aveva provocato; nessuno lo portava via, come fosse d’esempio per gli altri che a quella vista avrebbero capito che abbassare la guardia è sempre un errore.

Gli altri stavano lì a ringhiare contro quelle persone che si sarebbero prese cura di loro, e sui loro corpi erano troppo evidenti i segni della pazzia dell’uomo.

Allevati con violenza per vendere violenza, sono vere e proprie inarrestabili macchine da guerra abituate ad uccidere i loro simili perché così gli viene comandato.

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È tutto contro natura ed è difficile farsene una ragione perché i cani lottano ma lo fanno per difendere il branco, il loro territorio, il loro cibo, ma mai arriverebbero in natura ad uccidersi solo per il gusto di farlo e, certamente, i cani non conoscono i valore dei soldi, per loro questa è violenza e basta, quella violenza che lascia solo dolore e sofferenze e mai guadagni di alcun tipo.

Ancora più terribile è sapere che tutto questo accade ogni giorno in ogni parte del mondo e questo fatto è solo uno dei pochi denunciati.

Ma quello che fa più rabbrividire e che ci lascia senza parole perché davvero inspiegabile è una seconda denuncia fatta, al contrario, dal proprietario di quei cani contro gli animalisti intervenuti a salvarli perché hanno portato via qualcosa di sua proprietà entrando, inoltre, dentro la sua casa senza alcun permesso.

Il fatto che chi rende migliore questa terra venga considerato un delinquente e subisca un processo al termine del quale rischia pure di dover ripagare ad un folle violento i danni provocati è una vergogna che non può essere tollerata in nessun modo.

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Tocca a noi adesso proteggere questa gente che ha salvato e continua a salvare gli animali di tutte le specie da ogni tipo di sfruttamento; firmiamo questa PETIZIONE per esprimere alla Corte di Giustizia di Tucuman (Argentina) il nostro disprezzo di fronte al mancato rispetto nei confronti della vita, nella speranza che quell’uomo riceva la giusta punizione.

Gaia Di Giovanni





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