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Allarme botulino: a rischio zuppe e minestre precotte del banco frigo!

Di Daniela Bella - 17 Aprile 2014

Il caso del 33enne di Camposampierese, vittima di tossinfezione da botulino dopo aver mangiato una zuppa di legumi e cereali refrigerati di Zerbinati, ha lanciato l’allarme sulla questione.

L’uomo è stato ricoverato in Rianimazione ed è vivo grazie al tempestivo intervento dell’Istituto Zooprofilattico di Legnaro, che ha permesso la somministrazione in tempi rapidi di anatossina: non appena appurato che si trattava del batterio, l’Usl 15 ha infatti provveduto a sottoporre l’uomo nella Terapia intensiva a Camposampiero.

Ad essere incriminata è una confezione di “Zuppa di legumi e cereali” precotta del marchio “Terra e vita”, prodotto dalla ditta Zerbinati di Borgo San Martino (Al).

A confermalo è stato il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) dell’Usl 15 Alta Padovana, dopo aver mandato avanti un’indagine epidemiologica volta a individuare quali potessero essere i cibi responsabili dell’intossicazione da botulino, arrivando alla conclusione che tale batterio si trovava nella zuppa in questione.

Sappiamo come quella del botulino sia una minaccia molto seria: assumere una minestra che la contiene, infatti, può causare anche la morte.

Generalmente la morte per intossicazione da botulino sopravviene in seguito all’insufficienza respiratoria dovuta alla paralisi dei muscoli respiratori, pertanto il trattamento consiste nel somministrare antitossine e nell’effettuare la ventilazione artificiale. Se la terapia viene iniziata rapidamente, il suo effetto è veloce e massimo; occasionalmente, invece, il recupero può richiedere diverse settimane o mesi.

Va precisato, comunque, che le spore che possono produrre la tossina del botulino sono già presenti nel vasetto di minestra quando il prodotto esce dallo stabilimento.

Questo perchè l’unico trattamento che neutralizza tali spore è un riscaldamento a 121°C per tre minuti circa, riscaldamento che generalmente le aziende non fanno.

Proprio per tal ragione, quando si consuma la minestra, si raccomanda di cuocerla e di portarla ad ebollizione, così da non correre alcun rischio.

Fino a quando il prodotto resta in condizioni di refrigerazione il prodotto non presenta alcun rischio: questo perchè, in frigorifero, le spore non sono in grado di germinare, moltiplicarsi e produrre le tossine. Il problema nasce nel momento in cui il prodotto lascia il frigorifero e, pertanto, quando quella catena del freddo viene interrotta: durante la vita commerciale del prodotto dalle fasi di post produzione fino alla conservazione domestica e successivo spostamento se si porta il prodotto fuori casa.

E difatti anche la stessa Zerbinati in questi giorni ha modificato le diciture in etichetta. Prima, infatti, nelle confezioni di minestre poteva leggere la dicitura “Versare il prodotto in una pentola, scaldare a fuoco lento per alcuni minuti”, mentre adesso tale dicitura è stata modificata con la seguente “Versare il prodotto in una pentola, scaldare a fuoco vivo fino ad inizio ebollizione“.

E purtroppo il problema è più serio di quel che si possa immaginare, dal momento che questo genere di prodotti sono molti richiesti dal mercato non solo per via della loro praticità, ma anche e soprattutto perchè, trattandosi di cibi refrigerati, non contengono conservanti aggiunti.

Gli esperti fanno sapere che, nonostante la temperatura media dei frigoriferi di casa sia maggiore di quella raccomandata, i casi di botulismo certamente correlati al consumo di questa tipologia di alimento sono rarissimi.

In Italia, Paese in cui la prevalenza del botulismo è tra le più alte in Europa, la malattia è comunque rara (circa 20 casi/anno) e quasi esclusivamente correlata al consumo di conserve alimentari di preparazione domestica.

Alla luce di quanto successo, comunque, resta assolutamente necessario leggere attentamente e applicare scrupolosamente le prescrizioni riportate in etichetta in merito alle modalità di conservazione e preparazione.

Allo stesso modo, gli esperti raccomandano ai produttori, nella fase di studio dei loro processi tecnologici, considerando anche gli eventuali rischi associati all’inosservanza delle loro prescrizioni, di implementare strategie per ridurre ulteriormente o eliminare il già basso rischio botulismo.

Immagine da: www.ilfattoalimentare.it

Nelle diciture in etichetta, relative alle modalità di preparazione, infatti, andrebbe chiarito se lo scopo è quello di garantire la sicurezza del prodotto oppure solo quello di ottenere le migliori caratteristiche organolettiche. Il consumatore in genere non può certo sapere che il mancato rispetto di un’indicazione sulla preparazione possa comportare un rischio sanitario così grave, per quanto remoto.

Le modalità di preparazione devono essere sempre chiare anche perchè se non viene specificato che il trattamento termico serve a garantire la sicurezza del prodotto si potrebbe decidere di consumare il prodotto “freddo”, così come in confezione, senza doverlo necessariamente surriscaldare. Andando così incontro, incosapevolmente, verso qualche pericolo.

Il Ministero della Salute, intanto, fa sapere che sono state attivate tutte le procedure di ritiro e richiamo dal mercato del prodotto in questione, mentre restano in corso ulteriori indagini.

Il Ministero, inoltre, invita tutti i consumatori eventualmente in possesso del lotto specificato (B0803-A) a non consumarlo e a consegnarlo alla Asl di competenza – Servizio di igiene degli alimenti e nutrizione.

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