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Certificato antipedofilia: obbligatorio dal 7 Aprile per chiunque lavori a contatto con i minori, ma presenta punti poco chiari

Di Daniela Bella - 4 Aprile 2014

Mamme e papà adesso potranno stare un po’ più tranquilli: da lunedì 7 Aprile, infatti, scatta il nuovo decreto legislativo che attua la “Direttiva europea relativa all’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile“.

In poche parole, tra tre giorni scatta l’obbligo del “certificato antipedofilia” per chiunque abbia a che fare con minorenni, poco importa se si tratta di bambini o ragazzi.

Tra i soggetti interessati dal provvedimento ci sono, appunto, tutti quei dipendenti che lavorano a stretto contatto con i minorenni, tra cui catechisti, volontari delle associazioni, allenatori di società sportive, ma anche insegnanti e i bidelli delle scuole.

Nel decreto legge recita testualmente:

“Il certificato penale deve essere richiesto dal soggetto che intenda impiegare al lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori, al fine di verificare l’esistenza di condanne per taluno dei reati di cui agli articoli 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600-quinquies e 609-undecies del codice penale.”

Un provvedimento, questo, che mira a fare emergere eventuali dipendenti già condannati per i reati in questione e quindi potenzialmente recidivi e pericolosi.

Spetta al datore di lavoro richiedere alla Procura il certificato penale di chi intende impiegare: tutte le organizzazioni che impiegano personale (volontario o meno) le cui mansioni comportino contatti diretti e regolari con minori dovranno quindi produrre i rispettivi certificati penali, al fine di verificare che non ci siano a carico del lavoratore condanne per una serie di reati che riguardano i minori: prostituzione minorile, pornografia minorile, pornografia virtuale, turismo sessuale e adescamento dei minorenni.

Nel caso in cui non si fosse provvisti di tale certificato e scattano dei controlli, si rischia una sanzione amministrativa che oscilla tra i 10mila e i 15mila euro.

Un decreto, però, che non manca di caos e di punti ancora poco chiari. Fino ad ora, infatti, il certificato poteva essere richiesto soltanto dall’interessato, dalle pubbliche amministrazioni e dai gestori di pubblici servizi quando il certificato è necessario per l’espletamento delle loro funzioni e dall’autorità giudiziaria penale.

A questo bisogna aggiungere un’altra norma vieta espressamente ai datori di lavoro di acquisire simili informazioni sui dipendenti.

Da dire, però, che il datore di lavoro che otteniene il certificato di un dipendente scoprirebbe anche tutti i fatti suoi, comprese condanne che nulla hanno a che fare con i ragazzini: se ha guidato una volta senza patente o in stato di ebbrezza, se non ha pagato gli alimenti alla ex moglie, se vent’anni fa faceva parte di una banda armata. Fatti privati, coperti dalla privacy. Sì, perchè non è possibile richiedere un certificato penale che indichi solo i reati specifici legati alla pedofilia.

E chi ci garantisce che quel datore di lavoro voglia realmente assumere il soggetto per cui chiede il certificato penale? Se richiedesse il certificato, scoprendo tutti i fatti privati del potenziale dipendente, e poi si decidesse di non assumerlo?

Sarebbe molto più pratico e più semplice, infatti, se a compilare il modulo in cui autorizza il suo datore di lavore a ottenere il certificato sa lo stesso dipendente o volontario. Certo, così facendo sarebbe essere il “pedofilo” stesso a mettersi allo scoperto, e capiamo che possa essere uno scenario un po’ surreale.

Insomma, per quanto l’intento sia buono e la causa nobile, ci sono dei punti che devono ancora ben risolti e/o chiariti e delle domande che cercano ancora risposta.

Resta il fatto che entro lunedì ogni datore di lavoro deve essere provvisto di tale certificato, altrimenti si rischia una grossa sanzione. E’ difficile immaginare che in così poco tempo gli uffici siano in grado di rilascia centinaia, se non migliaia, di certificati penali. Ma, allo stesso tempo, riteniamo improbabile che proprio nella giornata di lunedì comincino a scattare i primi controlli, sarebbe proprio una carognata.

A questo punto non ci resterà che attendere e vedere se questo decreto presenterà ulteriori deludicazioni o se la situazione rimarrà tale.

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