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Addestramenti militari: gli animali come bersagli!

Di Gaia Di Giovanni - 27 Ottobre 2014

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Siamo sempre stati popoli guerrieri, senza distinzione di razza, non importa il luogo di provenienza, il fatto è che l’essere umano ha combattuto da quando i suoi piedi hanno iniziato a calpestare la Terra.

E fino a quando si parlava di spirito di sopravvivenza, era forse necessario lottare e andare avanti, ma quando elementi come onore, dovere, rispetto, conquista e potere sono diventati un tutt’uno con la parola “guerra”, questa è diventata un’arte e, come ogni arte che si rispetti, si è evoluta e, apprezzata dai più, è diventata completamente parte di noi.

Oggi ogni Paese possiede un esercito che sta lì, annoiato, ad attendere che interessi politici ed economici vengano messi in gioco; allora guerrieri di ogni tipo saranno pronti a difenderli usando la loro terribile arte, l’arte della guerra.

Tutti i militari sono soggetti a rigorosi e lunghi addestramenti, diventano forti nel corpo e nella mente, imparano ad utilizzare le armi in modo impeccabile e, tra loro, tanti dottori che sosterranno i compagni prendendosi cura della loro salute nel caso in cui questa venga messa a rischio.

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È proprio a questo punto che qualcosa non quadra, perché, se per sparare basta scegliere un bersaglio e beccarlo, l’addestramento di un chirurgo richiede che qualcuno, colpito da una pallottola, debba essere curato.

È certo che le cavie umane non sono facili da trovare, e comprare macchine che riproducono militari morenti è molto costoso, allora, con le spalle al muro e impossibilitati a procedere con le esercitazioni, qualcuno ha avuto un’idea: le cavie non potranno essere umane, ma animali certamente si!

Ha avuto così inizio la strage perché ogni anno troppi animali vengono feriti, mutilati, quasi uccisi, e si ritrovano agonizzanti senza colpa su una barella per subire un’operazione al termine della quale avranno perso arti, organi e solitamente anche la vita.

È una nuova indagine della PETA, e questo accade negli Stati Uniti, contro ogni legge che sia umana o universale; possiamo vedere noi stessi sia il video di quanto avviene giornalmente, sia la petizione da firmare per protestare contro gli animali usati per gli addestramenti militari.

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Ma riflettendoci un po’ su, questa notizia riporta a galla qualche ricordo di indagini svolte due anni fa dalla PETA UK; possiamo affermare con certezza che la collaborazione forzata tra esercito e animali non è proprio una novità.

Alcuni infiltrati dell’associazione animalista avevano scoperto e filmato esercitazioni militari nel Regno Unito durante le quali i maiali erano sia il nemico da colpire che il compagno da curare.

Enormi maiali vivi venivano appesi ad una sbarra e, puntati, venivano colpiti come fossero oggetti, ed era inquietante perchè nessuno sembrava sentire le urla dell’animale, come non vivesse davvero.

Subito dopo era il turno del chirurgo che sistemava il maiale in barella e cercava, con strumenti grossolani e grezzi, di estrarre la pallottola, senza anestesia, con disinteresse perché in ogni caso quello non era un uomo e a nessuno importava della sua sofferenza.

Ma la guerra non era un’arte solo degli uomini?

Gli animali non la conoscono, non la contemplano, è troppo umana perché possano anche solo capirla.

 





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