Animalismo
Primo piano

Le case di riposo e gli amici a quattro zampe….

Di Valeria Bonora - 2 Marzo 2012

Quante volte capita di vedere annunci riguardanti animali abbandonati perchè i loro padroni sono stati ricoverati presso ospizi o case di riposo. Purtroppo in tante strutture non possono entrare gli animali figuriamoci pernottare. Quello che però non si sa è che il regolamento comunale di Torino prevede l’inserimento degli animali da compagnia nelle strutture adite all’accoglienza degli anziani padroni autosufficienti in grado di accudirli.
Un’ottima notizia quindi per tutte quelle persone e tutti quegli amici pelosetti che patiscono la separazione. Peccato però che il regolamento non ne imponga l’obbligo, ma solo l’eventualità e quindi nessuna struttura accetta animali. Vediamo nel dettaglio quali istituti si sono rifiutati di accogliere la nonna col suo cagnetto.
L’istituto Carlo Alberto, gestito dell’Asl, risponde alla richiesta con un saccente «la legge non lo consente. Sarebbe impossibile per ragioni di igiene», stessa risposta alla residenza Crocetta nella quale neppure i parenti in visita possono entrare con un animale.
Ma ancora più sorprendente è il diniego da parte del convitto Principessa Felicità di Savoia dove si svolgono sedute di pet-terapy con un cane, «Non siamo contrari all’idea di potersi portare dietro gli animali d’affezione – premette il direttore Massimo Oliverio – ma ci sono alcuni punti critici, dalle norme sanitarie alla privacy, visto che le nostre camere sono doppie».
Neppure la struttura comunale Buon Riposo accetta animali additando come scusa il fatto di essere una struttura pubblica. Ma una struttura che accoglie i gatti in camera è stata trovata, l’istituto Cimarosa, per i cani però ancora qualche problema, più altro logistici, dicono, per il fatto che gli animali vanno portati in giro, a passeggio regolarmente.
Comunque la consulta animalista di Torino sta facendo di tutto perchè il regolamento comunale venga rispettato:
«Chiederemo un incontro con l’assessore al welfare Elide Tisi – spiega il presidente Francone – perché medi tra le case di riposo e noi, che dobbiamo accogliere nei canili animali di anziani che non riescono più a stare a casa propria, ma sarebbero ancora in grado di badare ai loro animali. I nostri volontari, inoltre, si offrirebbero per turni di passeggio e piccole cure».
Speriamo che anche in altri comuni si decida di attuare questa politica di “non separazione” degli anziani e dei loro amici a quattro zampe, ma sopratutto speriamo che le strutture, le case di riposo, i convitti, prendano coscienza di quanto sia importante per entrambe le parti una non-separazione.

 





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