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Un Piccolo Grande Eroe: Ecco come Alessio ha Salvato la sua Famiglia

Di Valeria Bonora - 14 Febbraio 2014

Un piccolo eroe è Alessio Sanda, di 9 anni, lui ha salvato la sua famiglia e ha potuto farlo solo perchè è stato attento a scuola.

A lui è servita moltissimo una lezione in particolare, quella sui gas tossici e la loro pericolosità, seguita anche da una serie di consigli e istruzioni per scongiurare il pericolo.

Alessio va alla scuola elementare Sauro di Monfalcone, fa quarta elementare e grazie a quello che aveva appreso e alla sua prontezza di riflessi ha salvato tutti in casa da un’intossicazione da monossido di carbonio.

Tutto è cominciato al primo piano della casa in Via Venezia a Panzano, dove vive la famiglia di Alessio, mamma, papà e le due sorelline Noemi di 3 anni e Sabina di 3 mesi.

Alessio era appena tornato da una lezione di piano erano tutti in cucina insieme alla terribile minaccia, una caldaia a metano. Alessio va in bagno per lavarsi, nonostante la mamma gli avesse detto di lavarsi dopo cena… una serie di eventi che ha salvato loro la vita.

Alessio racconta: «I miei genitori e le mie sorelline erano in cucina, mentre io ero in bagno. Poi è arrivato papà e mi ha detto di aprire perchè Noemi stava male. Era svenuta, papà voleva bagnarle la testa, non si capiva cosa avesse. Intanto papà ha gridato alla mamma di chiamare subito il 118. Con Noemi in braccio è tornato in cucina, ma anche la mamma era svenuta».

Non ha fatto in tempo a tornare in cuina che anche il papà Cristian sviene: «Ho capito che era colpa del gas, ce l’aveva spiegato la maestra in classe. Quando sono tornato a casa da scuola, avevo anche chiesto alla mamma se aveva aperto le finestre, e mi aveva risposto che lo aveva fatto la mattina».

Così il piccole eroe non ha perso tempo e ha messo in pratica quello che aveva imparato: «Mi sono tappato il naso e ho aperto subito le finestre. Mamma e papà erano distesi a terra. Ho preso Sabina, che stava piangendo nel passeggino, e l’ho portata in un’altra stanza. Ho chiamato subito il 118. Sono arrivati in pochissimo tempo».

E’ poi Cristian a raccontare la drammaticità di quei pochi istanti che sarebbero potuti finire in tragedia: «Non mi ero ancora reso conto di quanto stava accadendo. Ero concentrato su Noemi, peggiorava a vista d’occhio. È stato terribile, pensavo di averla persa. Quando sono tornato in cucina con la bambina per vedere se mia moglie aveva chiamato i soccorsi, l’ho vista a terra, priva di sensi. Poi, sono svenuto anch’io».

I genitori ora stanno bene, hanno passato la notte in camera iperbarica e ora possono pensare al problema della casa: «La casa è ancora sotto sequestro, siamo ospitati da amici, a San Pier d’Isonzo. Voglio ringraziarli per quanto stanno facendo. Dopo quanto ci è accaduto, è davvero pesante trovarsi sulla strada, alla ricerca di alloggi di fortuna».

Elisabetta la mamma 31enne racconta: «Ancora due minuti e non ce l’avremmo fatta. Io sono credente e sono convinta che Dio abbia lavorato tramite gli uomini: prima la lezione di Alessio, poi l’operatore dell’ambulanza, Davide, che è entrato senza aspettare che uscisse il gas e ha ripreso Noemi quando era già in choc cardiorespiratorio. Non è una questione di fortuna».

Tutto è bene quel che finisce bene, ma la serie di coincidenze che hanno fatto la fortuna della famiglia Sanda non si ripeterà un’altra volta, quindi controllate sempre a fondo le caldaie e le stufette, areate le stanze e soprattutto fate fare le manutenzioni necessarie… le disgrazie sono sempre in agguato!
 





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