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Il Cordone Ombelicale non va tagliato ma deve staccarsi Naturalmente

Di Elena Bernabè - 12 Dicembre 2013

Quando un bambino nasce solitamente si recide nell’immediato il cordone ombelicale. Si può richiedere di aspettare qualche minuto prima di questa operazione ma non sempre questa richiesta viene esaudita.
Ma perchè è più opportuno attendere un pò prima di tagliare il cordone ombelicale?
Avevamo trattato la questione in un precedente articolo che potete leggere cliccando qui. Riportiamo un passaggio importante:

“Studi scientifici rivelano che attendere qualche minuto (circa 3) prima di tagliare il cordone è un’azione che giova e non poco sulla salute del nascituro: se egli riceve tutto il sangue del cordone si farà, per esempio, una bella scorta di ferro per i suoi primi mesi di vita. L’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce addirittura di attendere che la placenta venga espulsa naturalmente dalla madre e solo poi tagliare il cordone ormai non più pulsante.
Anche dal punto di vista relazionale il taglio tardivo del cordone è importante: è un allontanamento dal corpo materno che dovrebbe avvenire naturalmente per permettere un avvicinamento diverso (contatto corpo a corpo)”.

Se quindi diventa importante aspettare di recidere il cordone, attendere invece che esso si stacchi spontaneamente è una modalità naturale ancora più importante e rispettosa della vita.
Questa scelta di far fare alla natura il suo corso ci sembra bizzarra, impraticabile, esagerata. In realtà se approfondiamo la questione ci rendiamo conto che non è così.
Decidere di non tagliare il cordone ombelicale ma di attendere che esso si stacchi naturalmente è una scelta di vita chiamata Lotus Birth. Ma come avviene concretamente?
Il neonato rimane attaccato alla placenta mediante il cordone in media 3-4 giorni ma è un periodo che non è uguale per tutti i bambini. In ogni caso la famiglia è già tornata a casa dall’ospedale. In questi giorni il bambino riceve tutto il preziosissimo sangue placentare, così fondamentale per la formazione del sistema immunitario. Poi il cordone cade lasciano un perfetto ombelico: non avendo effettuato un taglio non è necessario compiere alcuna medicazione.
Il periodo nel quale il bambino è ancora attaccato alla placenta è un periodo importante, sono dei giorni “fermi” durante i quali mamma e piccolo stanno sdraiati a conoscersi e a consolidare l’allattamento. La placenta può essere posizionata in un colino posto all’interno di una ciotola oppure avvolta in un panno di cotone. Questa situazione che molti superficialmente possono considerare una situazione difficile da gestire è in realtà un’occasione per fermarsi e per concentrarsi sulla vita appena nata.
A tal proposito l’ostetrica Jeannine Parvati Baker dichiarò: “Che cos’è esattamente il Lotus Birth? E’ un rituale del dopo-parto, dei primi giorni di intimo isolamento. La nostra cultura occidentale ha perduto in gran parte questi rituali importantissimi del dopo-parto e i nostri bambini mostrano segni di essere cresciuti troppo in fretta, spinti verso una fase di crescita successiva prima di essere essenzialmente pronti, con l’inquietudine e la dissociazione che tutto ciò comporta.”
Appena la placenta si stacca si può decidere di piantarla in giardino sotto un albero, in segno di ringraziamento e come buon auspicio.
In molti potrebbero obiettare che la maggior parte dei mammiferi mangia la placenta e non aspetta che si stacchi spontaneamente. In realtà lo fanno per eliminare l’odore che altrimenti attirerebbe i predatori e poi per impossessarsi di tutti i nutrienti che vengono così trasmessi al piccolo tramite l’allattamento. Gli scimpanzè, invece, così simili a noi, non mangiano la placenta: attendono pazientemente che il cordone si stacchi da solo portando cucciolo e placenta sempre in braccio e quando la placenta si stacca essa diventa prezioso nutrimento per il terreno.
Ma il Lotus Birth porta benefici anche in termini di salute neonatale? Su www.lotusbirth.it, un sito dedicato a questa scelta di vita si legge a tal proposito:

“Nella nostra cultura moderna, in cui sono presenti malattie significative connesse allo stress, il Lotus Birth offre ai bambini e ai genitori, dei miglioramenti considerevoli in armonia fisica e stabilità metabolica, un eccellente fondamento per la salute di tutta la vita.
I bambini Lotus Birth non perdono, nelle prime ore dopo la nascita, le energie nel tentativo di stabilizzare il proprio sistema.
Ostetriche, medici e genitori hanno constatato che sono bambini visibilmente più rilassati e pacifici, che spesso, non hanno nemmeno l’usuale calo di peso. Sono totalmente aperti allo sviluppo ottimale dimostrando rilassamento, migliori capacità motorie e un’osservazione vigile del mondo che li circonda. Potrebbe sembrare uno sviluppo accelerato, ma non è così: sono semplicemente bambini pienamente sbocciati, che non hanno subito violenza e stress e, pertanto, affrontano la dentizione e gli altri stadi dello sviluppo, in maniera più rilassata.
Si potrebbe dire che il Lotus Birth dia ai bambini gli strumenti di una lunga vita”.

E’ utile e fondamentale capire a questo punto cos’è la placenta e perchè non dobbiamo rifiutarla ma al contrario venerarla. Sempre sul sito citato in precedenza si legge:

La placenta è un’organo stupefacente che si forma durante le prime dieci settimane e si completa entro il terzo mese di gravidanza. E’ lo stesso materiale genetico che, suddividendosi dopo la fecondazione, da una parte diventa bambino e dall’altro placenta.
Quindi bambino e placenta sono formati dalle stesse cellule, hanno lo stesso DNA e, pertanto, condividono un’unica risonanza.
Nell’ utero, la placenta svolge le funzioni di polmoni, reni, fegato, apparato digerente, ghiandola endocrina e pelle. Il sangue affluisce a questi organi in forma minima fino a quando il bambino compie il primo respiro: sino ad allora, placenta e bambino sono una cosa sola.
E’ grazie alla placenta che il bambino nell’ utero si sviluppa e cresce.
Che riceve gli ormoni di cui necessita.
Che respira.
Che le due circolazioni del sangue, quella materna e quella fetale, si mantengono separate.
E’ sempre grazie alla placenta che il bambino sviluppa il primo contatto tattile e la prima relazione empatica.

Per avere maggiori informazioni consultate il sito internet www.lotusbirth.it.
[Fonte: www.lotusbirth.it]
 
 
 





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