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Il Gatto nella storia dell'Uomo

Di Giordana - 29 Novembre 2013

La relazione tra essere umano e gatto è iniziata probabilmente nel 12000 a.C, ma prima di arrivare ad una relazione legata al rapporto di scambio reciproco, il gatto caccia i topi dai campi e rispetta gli animali da cortile. L’uomo quindi si prende cura del gatto e da un fenomeno di addomesticamento che ha portato all’attuale relazione tra noi e i gatti, si passa per una lunga storia, disseminata di momenti luminosi si, ma anche di momenti molto bui vissuti dal nostro amico felino.

Il gatto, prima di intraprendere la strada che l’avrebbe portato fino alle nostre case, è stato per molto tempo venerato e rispettato in diverse culture, da quella egizia a quella indiana. In Egitto era adorata la dea Bastet, corpo di donna e testa di gatto, simbolo di fertilità e prosperità, in India la dea Sasti, anch’essa simbolo di fertilità, in Tibet e in Birmania i gatti erano accolti e accuditi nei templi di cui diventavano guardiani e custodi.

Quest’epoca d’oro in cui i felini erano sepolti con gli onori dovuti ad un grande sacerdote, in cui non prendersene cura, se capitavano lungo al strada, sarebbe stata causa di sventura e malaugurio non durarono per sempre e con l’arrivo dell’oscurantismo medioevale il gatto iniziò a condividere una storia sempre troppo poco narrata e lastricata di ingiustizia e sofferenza, con la sua amica e compagna di sempre, la donna.

Spesso mi è capitato di leggere studi, tra il serio e il faceto, che parlando dell’evoluzione domestica del gatto facevano riferimento al rapporto di questo animale con le donne, si suppone infatti che nei secoli i piccoli felini abbiano sviluppato un rapporto più stretto con la donna proprio perché essendo animali fondamentalmente stanziali le rimanevano accanto al riparo delle mura domestiche e circondariali, ma ci si dimentica di dire che la donna e il gatto hanno condiviso un triste destino che probabilmente li ha uniti di un legame speciale all’interno della relazione tra loro e l’essere umano.

Durante i tempi scuri del medioevo, infatti, il gatto venne associato alla figura della strega e del demonio ed esattamente come le streghe fu torturato, annegato, bruciato. La notte di S.Giovanni (la notte delle streghe appunto) i gatti venivano arsi vivi nelle piazze insieme alle loro compagne umane con cui condividevano l’infausto destino e lo spirito di libertà che tanto poco era e troppo spesso ancora è, così poco amato.

Alcune tradizioni del nord europa prevedevano il seppellimento di gatti, vivi, nelle fondamenta della casa in modo che il loro spirito potesse poi vegliare su chi abitava all’interno delle mura e in Polonia erano arsi vivi durante alcune cerimonie nuziali, come simbolo di buon augurio. La storia dell’uomo e del gatto, però, è fatta anche di amore e di rispetto e di cura, nel 1700 erano famose in tutta Europa le donne che si prendevano cura dei gatti nelle campagne inglesi e il processo di addomesticamento, passati i tempi scuri delle persecuzioni, seguì anche un altro filone legato all’agricoltura e alla caccia dei topi.

In ogni caso, che amiate o no questo animale, rispettatelo e ricordatevi che porta sulle spalle un po’ della nostra storia, che a caro prezzo ha condiviso.





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