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Pesticidi: conoscerli e cercare di evitarli

Di Giordana - 15 Novembre 2013


Da definizione i pesticidi, o prodotti fitosanitari, o agrofarmaci o fitofarmaci, sono tutti quei prodotti, naturali o di sintesi utilizzati per combattere malattie, parassiti e tutti i generi di avversità ambientali a cui sono soggette le piante implicate nel settore agro-alimentare e non solo.
Prima di parlarne è necessario conoscerli un po’ meglio. La macro aerea dei pesticidi comprende: anticrittogamici (contrastano le malattie e/o alterazioni da funghi e batteri),insetticidi e acaricidi (per contrastare insetti dannosi, quali afidi o cocciniglie o acari e aracnidi),nematocidi ( i nematodi infestanti del terreno),molluschicidi (contro le limacce o altri molluschi),diserbanti ed erbicidi, rodenticidi (contro i roditori dannosi); poi fitoregolatori, radicanti e brachizzanti che favoriscono i processi fisiologici delle piante( i fitoregolatori sono ormoni vegetali che favoriscono processi quali il diradamento e lo sviluppo dei frutti in fase iniziale). Solitamente sono composti dal principio attivo che è la molecola di sintesi o naturale che agisce nello specifico, da eccipienti e a volte, da organismi antagonisti. La formulazione può essere liquida, in polvere, in sospensione o in granuli idrosperdibili.

Secondo la normativa italiana(le direttive sono dettate dalla comunità europea e vengono poi recepite dagli stati membri) i pesticidi sono quei prodotti che “proteggono i vegetali (piante vive o loro prodotti) da organismi nocivi, eliminano piante o parti di esse indesiderate, favoriscono i processi vitali delle piante (esclusi i concimi), conservano i prodotti vegetali (ortaggi, frutta, semi; esclusi i conservanti altrimenti disciplinati”.
Ora, l’utilizzo di pesticidi è uno dei principali punti di differenziazione tra un cibo biologico ed uno non biologico (dove per biologico, in questo caso, faccio riferimento al significato più ampio del termine, quindi non solo al biologico certificato, ma anche ai prodotti di piccoli coltivatori che scelgono di non usare pesticidi nei loro campi, qualora siano fidati) ed è un elemento di vantaggio per la qualità del prodotto, ma, spesso, non per la quantità di prodotto ricavata. Le colture non trattate con pesticidi e diserbanti sono più soggette alle avversità naturali (parassiti, clima, alterazioni da funghi e batteri etc.) a cui è normalmente soggetta la produzione agro-alimentare e questo aumenta, almeno in apparenza( l’alto uso di diserbanti penalizza poi, alla lunga, la fertilità del terreno), il fattore di rischio, in termini di perdita e/o danneggiamento del raccolto, per l’agricoltore.

D’altro canto, l’uso intensivo di fitofarmaci aumenta un altro fattore di rischio, quello della salute del consumatore. Secondo i dati ISS (Istituto Nazionale di Sanità) del ’92 molti pesticidi potevano essere inclusi tra le possibili cause di alcune patologie tumorali e la situazione dal 1992 ad oggi non è cambiata, anzi in alcune zone è peggiorata, inoltre l’uso di sementi OGM ha incrementato l’utilizzo di pesticidi più potenti, infatti le piante geneticamente modificate necessitano di meno prodotti, ma essendo più resistenti i prodotti utilizzati devono essere più forti ed usati in dosi più massicce. In uno studio riportato da Legambiente si rendono noti i rischi per la salute dovuti ad un residuo di sostanze riconosciute come interferenti endocrini: “Si ritrovano, infatti, ancora residui di sostanze come il Clorphyrifos che è riconosciuto da diversi studi scientifici come un interferente endocrino, perché altera il funzionamento del sistema endocrino causando danni all’organismo, compromettendo il normale funzionamento del sistema ormonale, fondamentale per la sopravvivenza. Il Clorphyrifos e i suoi metaboliti, oltre ad agire come interferenti endocrini, hanno una spiccata attività neurotossica, con potenziali effetti a lungo termine sulla regolazione neuro-endocrina e sullo sviluppo psicosociale. Questo è confermato dagli studi, uno dei quali è stato pubblicato nel 2010 sulla rivista scientifica Pediatrics e ha evidenziato che in un campione rappresentativo di bambini americani tra gli 8 ed i 15 anni, coloro che hanno alti livelli di metaboliti dei pesticidi organofosforici nelle urine hanno una maggiore probabilità di avere deficit di attenzione/iperattività (ADHD) rispetto ai bambini con livelli più bassi di sostanze chimiche” [Legambiente Pesticidi nel Piatto, 2012, www.legambiente.it/sites/default/files/docs/pesticidi_nel_piatto_2012.pdf]
L’uso massivo di pesticidi danneggia la salute del consumatore, ma al tempo stesso la scelta non è facile, non è facile selezionare i prodotti da comprare ed è, a volte, molto dispendioso. Bisogna però essere consapevoli che più il consumatore rifiuta i prodotti trattati, più il mercato dovrà necessariamente adattarsi alle sue, nostre, richieste.
In attesa che la situazione migliori e dobbiamo credere fermante che migliorerà, una piccola guida per districarsi meglio.
Ecco gli alimenti meno soggetti all’uso di pesticidi: le cipolle, non richiedono un grande uso di pesticidi, le melanzane, sono protette dalla buccia, i piselli dolci, i kiwi, protetti anch’essi dall’involucro esterno, gli asparagi che non richiedono alcun uso di pesticidi.
Tra i peggiori invece(quelli con più residui di fitofarmaci) troviamo anche: mele, lattuga e peperoni.





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