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Rom: una giornata tipo

Di Eleonora - 5 Novembre 2013

Descrivere una giornata tipo di un gruppo rom o di un suo singolo esponente, è praticamente impossibile. Il rischio è quello di incorrere in facili generalizzazioni che non rispecchiano fedelmente la situazione.

Ogni famiglia o gruppo rom è una realtà a sé stante che segue abitudini e stili di vita differenti. Spesso, questi dettagli sono ben visibili nei vari campi che costellano il nostro territorio; si passa da quelli dove vengono accatastati i rottami a quelli che invece sono ordinati e organizzati. Spesso, a determinare questa differenza contribuisce la povertà, la difficoltà dell’integrazione e la necessità di recuperare degli introiti economici.

Ad oggi se si pensa a rom si pensa esclusivamente a chi chiede l’elemosina, gli antichi mestieri di ramaio o ammaestratore di cavalli e perchè musicante sono abbandonati o quasi. Dopo la guerra dei Balcani anche il modo di essere rom è mutato, coloro che erano stabili in Croazia, Serbia, Montenegro, Bosnia si sono trovati a fuggire e diventare nuovi nomadi, senza però quel backround culturale tipico del popolo rom.

La giornata tipo di un rom varia in relazione al tipo di attività svolta, per tradizione, vi sono dei settori in cui la loro professionalità è particolarmente spiccata. Da sempre, le loro comunità si sono occupate di allevamento di cavalli, lavorazione del legno e musica. In base al genere di mestiere il gruppo prendeva un nome ed apparteneva ad una sorta di tribù più vasta. I khorakhanè, figli del vento, resi noti da una celebre canzone del cantautore genovese Fabrizio De Andrè ad esempio lavoravano il rame.

I rom, anche oggi quando possono e quanto sono messi nelle giuste condizioni, lavorano il rame ed altri metalli per realizzare una grande moltitudine di oggetti, anche di uso quotidiano. Attualmente, non di rado, però, danno fuoco a copertoni, elettrodomestici e altri prodotti per cercare di liberare i metalli preziosi dalla plastica. Questa consuetudine provoca colonne di fumo denso e acre, pericoloso per la salute e altamente inquinante a causa delle sostanze tossiche che vengono liberate, in particolare la diossina. Proprio per cercare di contrastare questa pratica, molte amministrazioni comunali hanno vietato l’accensione di roghi e hanno imposto altre disposizioni che rendano impossibile l’estrazione dei metalli.

Le altre attività a cui si dedicano i rom sono quella dei giostrai, del riciclo del ferro e quella dei liutai. Le migliori giostre italiane sono sicuramente curate da Sinti che nei secoli hanno continuato a praticare la loro antica attività quasi circense e non di rado rom e sinti si incontrano proprio nei grandi circhi italiani. Le maggiori famiglie circensi del BelPaese hanno origine zingara.

Per quanto riguarda le donne, la maggior parte si occupa di leggere le mani o di chiedere l’elemosina per le strade; inoltre, badano alla famiglia e ai figli, oggi però grazie a tanti programmi e corsi di inserimento, molte donne sono diventate sarte e non di rado ci sono cooperative tutte femminili orientate al lavoro di sartoria. Esempi illustri si trovano a Milano con la sartoria Taivè e a Carbonia in Sardegna con il progetto Zingarò.

Oggi, la percentuale di bambini e ragazzi scolarizzati è piuttosto alta e, in tutta Italia, le famiglie di rom sono impegnate a garantire loro una buona istruzione. Questo processo è fondamentale per l’integrazione ma anche per facilitare la ricerca di un lavoro; non a caso gli adulti si mostrano molto contenti dei successi scolastici dei più piccoli.

In molte città, sono state fondate delle organizzazioni rom che si occupano di svolgere lavori di vario tipo, compresa quella di mediatori culturali e che contribuiscono quindi all’economia del e familiare e del campo. Naturalmente questo discorso riguarda, esclusivamente, coloro i quali hanno deciso, o hanno avuto, la possibilità di diventare stanziali. Spesso,in questo processo intervengono gli sgomberi e altri provvedimenti che obbligano questi individui a cambiare, frequentemente, città e paese.

Le comunità rom sono, in genere, autosufficienti perché da sempre hanno sviluppato varie capacità attraverso le quali riescono a rispondere a tutte le necessità primarie.

Durante le loro giornate sono quindi dediti a tutte le attività utili a soddisfare, almeno in parte, i loro bisogni.

In particolari occasioni, come per esempio per un matrimonio, i rom organizzano grandi festeggiamenti all’insegna della musica e dei balli tradizionali. Si tratta di appuntamenti per i quali si riuniscono numerosi gruppi e durante i quali si possono anche ammirare i costumi tradizionali.





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