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Allarme Eternit dello stabilimento delle acqua minerale

Di Valeria Bonora - 22 Luglio 2013

L’allarme arriva dagli stabilimenti di Sidoti Acque ad Arcireale, in provincia di Catania, dove veniva prodotta l’acqua minerale, in uno stabilimento grandissimo, quasi 10 mila metri quadrati di capannoni in fibra di cemento con una copertura degli stessi di lastre di amianto… Eternit. Come tutti sapete l’Eternit, che altro non è che il nome della azienda che inventò il fibrocemento, è un materiale altamente cancerogeno che provoca una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico, oltre che alla classica asbestosi. Eternit deriva dal latino aeternitas, eternità, un nome una promessa… peccato che non fosse vero.
L’amianto è pericolosissimo e ne è vietato l’uso, chi sospetta di possedere fabbricati in Etrnit è tenuto a bonificarli, sembra però che lo stabilimento in questione non sia intenzionato a bonificare i capannoni. Infatti 5 anni fa gli stabilimenti furono rilevati con la prospettiva di farne un parco acquatico dopo la bonifica, peccato che da allora nulla è stato fatto, neppure la normale manutenzione, ed ora le lastre di Etrnit si stanno sfibrando, disgregando al sole, alla pioggia e al vento che trasporta le particelle di fibra di amianto sul circondario della zona creando così un pericolosissimo rischio ambientale.
Il Giornale di Sicilia fa sapere che l’Arpa locale sta effettuando un sopralluogo negli stabilimenti delle acque minerali per valutare il rischio ambientale .
Il consigliere comunale Rito Greco è colui che ha combattiuto per anni contro la burocrazia per far si che venissero effettuati i controlli.
Insieme all’Arpa, negli stabilimenti è intervenuta anche la guardia di Finanza per un eventuale sequestro cautelativo e aad un’ingiunzione per la rimozione delle coperture in Eternit.
Ecco alcune testimonianze.
Marinella Cafarella, universitaria: “Si dice che l’amianto è sfaldato: le spore, cioè polverine sottili, si sprigionano da esso, portate dal vento ad enormi distanze, ma soprattutto mettono in pericolo anche di morte noi di Pozzillo; depositandosi sugli orti e i giardini, provocano l’alterazione di prodotti della terra; su organi umani, il cancro. Nei capannoni razzolano topi grossissimi, ratti portatori di malattie”.
Ignazio Leonardi, nativo e residente a Pozzillo, anni 57: “Negli anni Settanta si iniziò la produzione delle bibite, l’imbottigliamento di acqua minerale, la costruzione di capannoni coperti di amianto fin oltre il torrente “Pozzillo”, per un’area estesa; la proprietà, metà della Regione, l’altra di Puglisi Cosentino.
L’ex operaio stagionale, Lucio Potti, osserva:”C’era molto lavoro, tre turni, notte e giorno”.
Rimuovere amianto costa milioni di euro.
Il perito chimico delle “Acque di Pozzillo”, Salvatore Torrisi, spiega: “La nuda proprietà è della Regione; il resto dell’imprenditore Sidoti, ex deputato del MSI, che l’ha comprato dal Tribunale, nel 2008. Il 70% dell’ex insediamento industriale è coperto da impianti di amianto. Le spore potrebbero spargersi dappertutto, con gravi conseguenze. All’amministrazione comunale di Acireale, c’è interesse per il problema; il sindaco si è impegnato più volte nel ricercare una soluzione per la bonifica, come risulta dagli atti.”
Ora non ci resta ce aspettare una decisione dell’Arpa sperando che nel frattempo i propietari dello stabilimento decidano di iniziare i lavori di bonifica dell’area dalla pericolosissima materia edile.





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